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Aieta: “Il dovere mi impone di dare il mio umile contributo”

Last updated on 29 Agosto 2021

Circa due mesi fa, da noi intervistato, lei lanciò l’allarme per un clima politico che definì confuso e pericoloso. Da lì a qualche giorno è scoppiato un putiferio. Cosa pensa oggi?
I processi politici hanno bisogno di letture non superficiali perché la politica non è un selfie ma una cosa seria che non può essere relegata solo ad una contesa tra singoli ma deve ricercare la responsabilità che fa un dirigente politico diverso da un altro dirigente politico. In sostanza, è la responsabilità che aiuta le comunità a crescere, non è la bile o il fegato.

Cos’è la responsabilità oggi?
Le faccio un esempio: la mia seconda legislatura da sindaco visse momenti di forti contrapposizioni interne a causa di equilibri politici che erano saltati anche per mia responsabilità. A fronte di tutto ciò era manifesta l’ipotesi di uno scioglimento anticipato del consiglio comunale. Eravamo a metà legislatura con progetti epocali che stavamo appaltando. Il rischio fu forte. Ma ad un certo punto la responsabilità prevalse grazie alla generosità di uomini come Pino Losardo, assessore al bilancio e mio collega a cui avevo affidato la mia totale ed incondizionata fiducia per le garanzie che mi assicurava sulla tutela e sulla legittimità di ogni atto amministrativo oltre che sulla tenuta dei conti. Ebbene, Losardo, contro la mia volontà, si dimise da assessore per riequilibrare le forze della coalizione e continuò a lavorare da semplice consigliere comunale. Fu un atto di cui non ricordo precedenti! Stessa cosa fece Luigi Mari, che accettò di lasciarsi alle spalle torti politici subiti dandoci l’onore di presiedere il consiglio comunale. Ecco cos’è la responsabilità! Ed oggi di quegli esempi e di quegli uomini si ha necessario bisogno.

Perché le attribuiscono di essere un burattinaio?
Implicitamente mi attribuiscono poteri che non ho anche perché non vedo burattini in giro. Forse avrebbero desiderato una mia uscita di scena distratto da questioni regionali. In effetti sono stato lontano dalla mia città solo perché sono abituato a non essere invadente. Ma ho un rapporto costante con il Sindaco Aita che è persona che stimo oltre ogni ragionevole misura per le sue competenze e per la sua integrità morale. Ma oggi, percependo una pericolosa involuzione, seppur la prudenza mi consiglierebbe di stare lontano da beghe locali, il dovere mi impone di dare il mio umile contributo. Dopo tutto a questa città ho dedicato i migliori anni della mia vita e soffro all’idea di un deragliamento anche per le grandi questioni che ci attendono sul piano infrastrutturale e immateriale. E le assicuro che sono tante grazie alla solidarietà istituzionale della Regione Calabria.

Quali soluzioni intravede?
La politica ha uno strumento infallibile che è il dialogo. Ma lo spessore di un dirigente politico si apprezza quando al risentimento contrappone la responsabilità agevolando le relazioni e parlandosi. Questo sta avvenendo perché il Sindaco ha compiuto una scelta rischiosa ma di grande maturità politica aprendo il dialogo con quei soggetti che negli anni hanno garantito la costruzione della città nuova. Il PD, Area Democratica e Lista Aperta sono soggetti politici con cui credo sia possibile fare un ragionamento di prospettiva. E’ ovvio che il maggior azionista di maggioranza che è il PSI ha, insieme al Sindaco, la maggiore responsabilità affinché questo processo non fallisca. E conoscendo i dirigenti socialisti sono certo che sapranno offrire la massima disponibilità al dialogo con gli alleati storici.

La discussione nel PD però è forte. Come se ne esce?
Il PD ha avviato una discussione al suo interno com’era giusto che fosse. Avrebbe potuto strumentalizzare questa fase politica e non l’ha fatto. Avrebbe potuto allearsi con chi voleva mandare a casa il Sindaco e non l’ha fatto. Anzi, ha accolto l’invito del Sindaco ad incontrarsi e ha discusso sulle strategie da adottare per il futuro, sempre tenendo fermo l’interesse della città. Tra l’altro una discussione frizzante che rende vivo un partito. Il PD è un grande partito e penso che il segretario Bencivinni stia gestendo con grande senso di responsabilità questa fase insieme a tutto il gruppo dirigente compreso il gruppo consiliare egregiamente coordinato da Ermanno Cennamo.

Insomma, Lei è fiducioso che la politica saprà ritrovare ragioni che uniscono invece che dividere?
Ritorniamo al dialogo! Credo fortemente in questo strumento che è l’unico attraverso cui le criticità diventano opportunità. D’altra parte, se il dialogo ha fatto avvicinare Corea del Sud e Corea del Nord, non vedo come non possano avvicinarsi uomini e soggetti politici che hanno dato alla città un volto nuovo facendole recuperare decenni di ritardi.

Un’ultima domanda insidiosa: il coordinamento di maggioranza compreso il suo ex partito, il PSI, ha tessuto le lodi al coordinatore di IDM. Come mai nonostante il suo impegno nessuna parola a suo favore, anzi, solo polemiche, anche da settori della maggioranza?
Questo lo deve chiedere al coordinamento di maggioranza. Le posso solo assicurare che non temo le polemiche come la mia storia politica dimostra. Alla fine solo la politica vince e chi non ne rispetta le regole finirà per pentirsi. Perché dove non c’è politica si apre il baratro. Spero di sbagliarmi e spero che si tenga in piedi il dialogo anche se penso che allo stato in cui siamo tutto sia diventato più difficile e complicato. Alla fine, però, chi come me si è speso non dovrà recriminarsi nulla. Spero solo un giorno di non dover pronunciare quella fastidiosa e fatidica espressione del “Ve l’avevo detto”. Il mio compito termina qui: ho visto un pericolo, l’ho rappresentato, mi sono speso perché si mettesse in campo una strategia di condivisione. Adesso tocca ad altri. Io ho solo subito attacchi nella totale solitudine e senza mai ricevere alcuna solidarietà. Ma come ho già detto non ho alcuna paura di dire il mio pensiero e di dirlo in libertà.

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