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“Tasse non pagate in cambio di lavoro”

Last updated on 26 Febbraio 2017

Con delibera di Giunta n. 79/2015, l’Amministrazione Comunale ha approvato il regolamento sul Baratto Amministrativo e sul Patto Sociale con cui vengono disciplinate le forme di collaborazione dei cittadini con l’amministrazione per la cura, il recupero e lo sviluppo dei beni comuni urbani, in attuazione dell’art.118, ultimo comma, della Costituzione in base al quale “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà ” e dell’art.24 della Legge 11 novembre 2014, n. 164 che agevola la partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio.

Baratto-AmministrativoGli interventi possono riguardare la pulizia, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade, la manutenzione ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L’esenzione è concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attività individuate dai comuni, in ragione dell’esercizio sussidiario dell’attività posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute.

Nello specifico, il baratto amministrativo introduce la possibilità di applicare l’art. 1 del Regolamento approvato in corresponsione del mancato pagamento dei tributi comunali già scaduti, offrendo all’ente comunale, e quindi alla comunità territoriale, una propria prestazione di pubblica utilità, integrando il servizio già svolto direttamente dai dipendenti e collaboratori comunali. Tale agevolazione si cumula con altri interventi di sostegno sociale ed è considerata la prima forma di intervento di politica sociale in luogo di beneficenza pubblica, alla quale è possibile accedere in assenza dell’opportunità del “baratto amministrativo”.

Il “baratto amministrativo” viene applicato, in forma volontaria, ai compaesani che hanno tributi comunali non pagati sino al 31 dicembre dell’anno precedente alla presentazione della domanda, iscritti a ruolo e non ancora regolarizzati. Tra i tributi comunali sono compresi la TASI, Refezione scolastica, trasporto scolastico, Tari e ciclo integrato delle acque.

In base all’art. 7 del Regolamento i destinatari del baratto sono residenti maggiorenni, con un indicatore ISEE non superiore a €7.500 e che hanno tributi comunali non pagati, iscritti a ruolo e non ancora regolarizzati. Possono presentare domanda compilando l’apposito modello entro il 30 aprile di ogni anno. L’Amministrazione comunale annualmente delibererà, nel bilancio di previsione, l’ammontare messo a disposizione per il baratto amministrativo e per il patto sociale.

L’Amministrazione Comunale con la citata Delibera introduce inoltre un’altra forma di collaborazione sociale integrando le forme già previste nel Baratto, ovvero il Patto Sociale o Patto di collaborazione con cui Comune e cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi previsti nel regolamento.

Le ulteriori aree di intervento previste nel Patto rispetto al Baratto Amministrativo prevedono la promozione dell’innovazione sociale, attivando connessioni tra le diverse risorse presenti nella società, per creare servizi che soddisfino bisogni sociali e che nel contempo attivino legami sociali (mutuo aiuto sociale), anche attraverso piattaforme e ambienti digitali; l’innovazione sociale per la produzione di servizi collaborativi. Al fine di ottimizzare o di integrare l’offerta di servizi pubblici o di offrire risposta alla emersione di nuovi bisogni sociali, il Comune favorisce il coinvolgimento diretto dell’utente finale di un servizio nel suo processo di progettazione, infrastrutturazione ed erogazione; la produzione di servizi collaborativi sociali viene promossa per attivare processi di generazione e cura di beni comuni materiali, immateriali e digitali nonché l’innovazione digitale attraverso interventi di partecipazione all’ideazione, al disegno e alla realizzazione di servizi e applicazioni per la rete civica da parte della comunità, con particolare attenzione all’uso di dati e infrastrutture aperti, in un’ottica di beni comuni digitali.

Il regolamento entrerà in vigore con la definitiva approvazione in Consiglio Comunale.

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