Domenica 18 agosto alle ore 19,30 nella sala convegni di Palazzo Del Trono in Piazza del Popolo avrà luogo la seconda edizione del premio riservato ai cetraresi che si sono distinti in ambito nazionale o regionale
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L’episodio, oggetto di questo articolo, suscitò, all’epoca in cui accadde, grande interesse e ne giunse voce anche alla stampa. Come si può vedere, anche Tribuna Illustrata (n. 17, anno 1949, 22 maggio), riportò una brillante illustrazione di uno “squalo ucciso nel mare di Cetraro (Cosenza) da un giovane, dopo una non breve lotta”. Il racconto “Il luciere alle prese con i delfini”, da me inserito nel saggio “I marinari pescatori tra storia e tradizioni – Cetraro e dintorni” (Pellegrini Editore, Cosenza 1995), che trovate qui sotto, presenta alcuni piccoli errori: l’anno esatto è il 1949 e non 1950, perché Nicodemo…
Dal periodico Rinascita Sud, n. 1-2 Gennaio-Febbraio 1983, riporto, dopo aver emendato alcuni errori, un mio articolo, su Samuele Occhiuzzi. “Il caro amico Vito Occhiuzzi, un dottore cetrarese che vive a Bologna, appartenente ad una famiglia che nel corso dei secoli ha dato al nostro paese tanti dotti e pii sacerdoti, nonché numerosi e valenti medici, mi ha cortesemente consegnato, per esaminarlo, un vecchio manoscritto di Samuele Occhiuzzi, un laico morto all’inizio di questo secolo. Il manoscritto, una “cantica”, reca il titolo “L’Esilio di Natalia ed il rinato vandalismo europeo”. L’opera consiste in un poema diviso in tre lunghi canti…
La chiesetta detta di S. Giovanni, una costruzione con muri dello spessore medio di m. 1,50 circa, presenta due lati e il tetto completamente interrati. Un sopralluogo da parte di esperti potrà stabilire se la chiesetta è stata un luogo di culto e di riunioni oppure un cimitero di qualche famiglia patrizia. La costruzione, una galleria sotterranea, ha qualcosa fra una catacomba scavata nella roccia e una cappella che ha subito un interramento dopo l’edificazione di chiese più idonee al culto e la contemporanea costruzione di imponenti palazzi nelle immediate vicinanze. Non riteniamo che le cappella nominata, probabile testimonianza dell’arte…
È da poco disponibile il nuovo libro di Leonardo Iozzi riguardante Le antiche chiese di Cetraro. La ricerca è stata condotta nell’archivio di Montecassino e in diverse biblioteche. Iozzi, per la parte relativa ai documenti, ha avuto la collaborazione di valentissimi studiosi: Vincenzo Antonio Tucci, Giuseppe Forestiero, Elena Lomeo e Alessandra Garozzo. Alessandra ha pure composto la prefazione che appresso si riporta. Momentaneamente, la pubblicazione è stata limitata a poche copie. Chi è interessato al saggio può chiederne copia direttamente all’autore. Il prezzo è di 10 euro. Il contatto è leonardo.iozzi@libero.it. *** Introduzione di Alessandra Garozzo Questo lavoro collettaneo è…
I casalini e il documento cassinese su Acquappesa del 1725 Sono stato il primo a parlare nel 1985 del Casale Le Pagliare e dei sessanta famigli (lavoratori) cetraresi che qui, attorno al 1681, si stabilirono. Riportavo i nomi e i cognomi di sette capi famiglia abitanti del nuovo casale, Antonio Picarella, Salvio Roperto, Matteo di Pasca, Antonio Maritato, Salvio Picarella, Daniele d’Aieta (sic ma d’Aita), Jacopo di Parsia e indicavo la causa dell’allontanamento dal nostro paese nei “molti aggravii ricevuti nella loro detta patria del Cetraro” dai Comandanti dipendenti dalla principessa di Scalea e da Montecassino. I cetraresi fuggiaschi non accettavano le angherie…
Mercoledì 30 dicembre, alle ore 19.00, ad Acquappesa, lo storico Leonardo Iozzi terrà un incontro, sulla scorta di alcuni documenti conservati presso l’archivio di Montecassino, del territorio e dell’origine dei suoi abitanti.
Il mio caro amico Raffaele Zenardi, confortato e sostenuto dal compianto prof. Luigi Leporini, ha provato a lanciare l’idea del restauro del medievale luogo sacro, ma con scarsi risultati. Ho parlato tanto della chiesa e dei ricordi che mi legavano ad essa. Come si può leggere negli appelli del 1983, riportati sul periodico cetrarese, erano state raccolte, per il restauro della chiesetta, delle offerte. Anche io avevo versato il mio obolo. So per certo che la somma raccolta era stata versata su un libretto postale. Ora, mi chiedo: dove sono finiti quei soldi?
Nel mese di agosto 1988, su Rinascita Sud usciva quest’articolo che oggi pubblico su Cetraro in Rete e su Rosso Cetraro. I motivi che mi hanno spinto a pubblicare il breve saggio sono due: ricordare alle nuove generazioni il mio impegno culturale a favore del nostro paese; informare i lettori che entro l’anno vedrà la luce un mio nuovo libro, “Le antiche chiese di Cetraro“. Con orgoglio, preciso che, nel mio lavoro, ho avuto la collaborazione di validissimi studiosi: il prof. Vincenzo Antonio Tucci, il prof. Giuseppe Forestiero, la professoressa Elena Lomeo, la dottoressa Alessandra Garozzo. Grazie e saluti. …
“A Farra”, un lavoro in prosa dialettale, è stato da me composto nel 1958 e si ispira a un episodio accaduto nel periodo natalizio del 1948. “Farra” non è un termine indigeno e pertanto non tutti i cetraresi ne conoscono il significato. Il vocabolo spagnolo è stato importato, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, da quei pescatori che facevano ritorno al paese dopo un periodo di permanenza in Uruguay. Se non ricordo male, alcuni cetraresi, reduci del Sud America, delle volte ripetevano la frase “varra de farra”: compagnia allegra. “Farra” (baldoria), nell’accezione nostrana, ha il significato di “festino”,…