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Sanità: allarme per il degrado dei servizi sanitari

Last updated on 29 Agosto 2021

“Il giorno 11 agosto 2015 si sono riuniti nella sala consiliare del Comune di Cetraro il Sindaco, l’Amministrazione comunale ed i Capigruppo Consiliari, unitamente ai rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale e sul territorio, per valutare la situazione della sanità ed in particolare di quella del territorio del tirreno Cosentino alla luce delle iniziative prospettate nel “Piano straordinario assunzioni anno 2015; riorganizzazione rete ospedaliera; programmazione attività aziendali con definizione obiettivi” adottato dal Commissario Straordinario dell’ASP di Cosenza con deliberazione n. 1304 del 17/07/2015 modificata ed integrata con deliberazione n.1305 del 23.07.2015″.

Ospedale di CetraroCosì recita il documento, inviato direttamente dal Primo Cittadino Angelo Aita, e pervenutoci in redazione questa mattina. “Le forti perplessità già determinate dalla lettura del predetto documento si sono ulteriormente aggravate da quanto emerso dall’incontro dei sindaci con il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese, ing. Massimo Scura”.

“Nell’incontro del giorno 8 agosto u.s il Commissario Scura dopo aver ribadito la linea di fondo della distinzione dell’area chirurgica da collocare nell’Ospedale di Paola dall’area medica da collocare nell’Ospedale di Cetraro è entrato in contraddizione con tale impostazione prospettando collocazioni di parti di servizi con smembramento dei reparti e ubicazione/duplicazione presso l’ospedale non destinatario dell’area assegnata”.

“Le preoccupazioni sono affiorate soprattutto a fronte della persistente confusione determinata dal fatto che, nonostante la lunga fase del commissariamento, le reiterate proposte di riorganizzazione della rete ospedaliera si susseguono senza mai trovare attuazione per l’evidente impossibilità di realizzarle in tempi di blocco degli investimenti e di nuove assunzioni“.

“Basta esaminare le tabelle da cui si evince il numero delle assunzioni ritenute necessarie, la proposta di istituzione di nuovi servizi, il trasferimento previa sistemazione dei locali da un ospedale all’altro di reparti per rendersi conto che trattasi di vero e proprio libro dei sogni destituito di ogni fondamento di possibile attuabilità sicché viene da chiedersi se il compito del commissariamento sia quello di attuare il piano di rientro o di prospettare nuove spese”.

L’esperienza del passato dimostra che mentre negli anni tutte le programmazioni sono rimaste inattuate si è approfittato, con veri e propri colpi di mano sempre operati in pieno agosto, di sottrarre reparti con trasferimenti ingiustificati ed ingiustificabili in presenza di piani che per il resto rimanevano assolutamente fermi”.

“Le preoccupazioni sono ancora più fondate se si fa mente locale che la confusione discende dallo sbando istituzionale in cui è stata precipitata la sanità regionale”.

“Il piano di rientro, approvato dopo infiniti travagli e che costa ai cittadini calabresi per l’intera sua durata il mantenimento delle maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’addizionale regionale dell’IRPEF, non può andare avanti con impostazioni che comportano, anziché riduzioni e razionalizzazioni della spesa, nuovi investimenti per costruzione di stabili e sistemazione di delicati servizi, a fronte di adeguate ed idonee strutture esistenti sul territorio”.

Peraltro forse sfugge al sig. Commissario che la costruzione di nuove opere – anche se fossero compatibili con la situazione in cui versano le strutture esistenti – comporterebbe tempi lunghi certamente incompatibili con il suo compito di provvedere all’attuazione del piano di rientro con tagli e risparmi da attuarsi nel rispetto dei servizi da assicurare all’utenza”.

“Ma le perplessità di fondo sono costituite dalla considerazione che la sanità, che tanto coinvolge la vita del territorio, non può essere gestita senza la presenza della Regione cui fanno capo le strutture periferiche del servizio sanitario e cui spetta il compito di legiferare sulle politiche sanitarie da adottare”.

“L’anomalia di un Commissariamento avulso dalla Regione  che subito si è posto in conflitto con gli organi regionali e territoriali, democraticamente eletti, rappresenta la causa principale della desertificazione e del depauperamento che i servizi sanitari hanno subito negli ultimi 5 anni, ovvero da quando la sanità in Calabria è stata commissariata.

Tutti i convenuti ritengono che sia opportuno e indispensabile che il Presidente della Giunta regionale, on. Mario Oliverio e tutti i Consiglieri Regionali, intervengano per chiedere una sospensione delle iniziative e delle proposte sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, affinché tutti i problemi del riordino siano rinviati alla redazione di un piano sanitario regionale organico da discutersi nella sede naturale che è il Consiglio regionale, attraverso una partecipazione democratica di tutte le istituzioni interessate. Si ribadisce che non è possibile affidare le sorti della organizzazione sanitaria ed ospedaliere nei nostri territori alle iniziative estemporanee e contraddittorie del Commissario che, come corpo estraneo, non è in grado di rispondere alle esigenze delle popolazioni che sono le uniche destinatarie dei servizi.

Si dà mandato al Sindaco, coadiuvato da una commissione rappresentativa di tutte le forze politiche, di adottare ogni iniziativa di denunzia e di opposizione alle proposte che, nonostante la manifestata  contrarietà espressa dalla comunità locale, dovessero essere avanzate dagli organi commissariali.

Il presente documento verrà inoltrato a tutte le istanze istituzionali, nonché al Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti per l’attuazione del piano di rientro di cui all’art. 2 comma 73 della L.191/2009.“.

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