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Presentato il progetto “Parentesi Aperta”: le foto

Last updated on 29 Agosto 2021

L’associazione di volontariato “Gianfrancesco Serio”, i Comuni di Cetraro e di Tortora, la Cooperativa Sociale Esserci Tutti, Delfino Lavoro, E.D.I. Cooperativa Sociale, Oltre Cooperativa Sociale, la Parrocchia di San Benedetto di Cetraro, la Parrocchia Santo Stefano Protomartire, Promidea Cooperativa Sociale e l’Università della Calabria.

PASono i questi i partner del progetto Parentesi Aperta presentato sabato sera presso il Palazzo del Trono a Cetraro. Una serata a cui hanno preso parte, tra gli altri, il primo cittadino Giuseppe Aieta, Don Ennio Stamile, il Presidente Centro Accoglienza L’Ulivo e Coordinatore del progetto, Giuseppe Peri, Antonio Sandonato per Parentesi Aperta e Angelo Meli, Direttore Centro Giustizia Minorile Catanzaro.

Gli intervenuti hanno spiegato ai tanti presenti le modalità di funzionamento e le finalità di un progetto che prevede il sostegno e l’inclusione per i minori a rischio. L’iniziativa, infatti, finanziata dalla Fondazione con il Sud, si può riassumere come un percorso riabilitativo per ragazzi soggetti a procedimenti penali, basato su alcune possibili forme di accoglienza, animata dal lavoro di due Centri Diurni (Cetraro e Tortora) nei quali si svolgeranno le attività principali a favore dei soggetti beneficiari, e finalizzata anche all’inserimento lavorativo degli stessi.

Il soggetto responsabile del progetto sarà il Centro Accoglienza L’Ulivo di Tortora.

Nello specifico, il progetto, grazie anche all’aiuto di volontari, prenderà in carico il minore dal momento dell’arresto, quando compare dinnanzi a un giudice minorile, e stabilisce questi possibili percorsi: la famiglia di provenienza, inserita in un sistema di rete di mutuo-aiuto supportato da un sostegno psicologico ed educativo dai servizi del territorio deputati a tale compito, e sostenuto dalla rete di prossimità delle parrocchie o alla rete di volontariato afferente alle parrocchie; se il minore, invece, è straniero non accompagnato con familiari, può essere affidato a una famiglia segnalata dalla rete delle famiglie individuate come disponibili all’affido di minori, la quale può essere inserita nel medesimo sistema di rete di mutuo-aiuto. La novità del progetto è il modello di inserimento del minore, ma anche l’ampia rete di realtà territoriali che sosterrà questo percorso: Università, parrocchie, imprese, cooperative, associazioni di volontariato, enti locali. Al centro i due Centri diurni che gestiranno lavoro e inserimento”.

Ecco alcuni foto scattate durante la presentazione.

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