Carissimo Dott. Forestiero, ho letto con attenzione il tuo scritto La chiesa non si demolisce: ci sono le rondini…, riportato nel blog da te diretto. Devo dire che esso è particolarmente attuale in tempi in cui la questione “riqualificazione del Borgo marinaro” balza quotidianamente alla ribalta della cronaca, per via delle lentezze programmatiche, delle incongruenze di alcuni progetti, delle iniziative portate avanti finora.

Passeri-e-RondinelleSu questi fronti più volte abbiamo espresso i nostri pareri che, più volte, sono rimasti inascoltati o ignorati, all’insegna del determinismo e del protagonismo ad ogni costo…

Dobbiamo, però, questa volta, spezzare una lancia in favore del sindaco Aieta per la sua decisione di salvare la vita di pochi rondinini. Oggi più che mai, questi deliziosi uccelletti hanno vita difficile per le mutate condizioni del loro habitat, ormai sconvolto dal consumismo sfrenato, incontrollato ed orientato solo alla produzione selvaggia che, di fatto, ha privato l’ambiente della salubre “aria” vitale a queste piccole creature. Diamo atto a Giuseppe di aver sposato una scelta ambientalista, in sintonia col suo “dicastero” in altra formazione politica.

Non possiamo, nel contempo, non muovere qualche appunto. Lo facciamo senza spirito di disfattismo o di uggiosità. Se il Nostro si è trovato in questa situazione di emergenza la colpa è anche, ma soprattutto, della non rispettata tabella di marcia di una programmazione che, nel tempo, si è dimostrata un gigante dai piedi di argilla. Quante cose sono ancora da fare! E alcune di quelle già fatte dimostrano, tuttora,  aspetti ancora nebulosi!

Sovente ricorro agli scritti del mio diario virtuale “Le foto satiriche”, per esprimere i miei sentimenti su alcuni aspetti della socialità paesana. Ed è proprio sull’argomento “Chiesa del Borgo” che avevo esposto, ante litteram, in tempi non sospetti, le mie preoccupazioni e le mie critiche non gratuite.

Riporto passo passo, pertanto, le pagine che andavo stilando esattamente due anni fa a seguito della decisione (aprile 2011) di chiusura della chiesa San Marco:

96–Chiesa del Borgo
(dal diario “Le foto satiriche” di Mario Braile)                                                   

Le polemiche sulla chiusura della chiesa di San Marco Evangelista del Borgo marinaro, decretata dall’amministrazione comunale, hanno avuto uno strascico di commenti che sono stati oggetto di pubblicazione anche nel blog locale “Cetraroinrete”. Quello che segue è il commento di un internauta (Observer) in seno al post “La medaglia e il suo rovescio” di C. Andreoli-

Observer scrive:
25 maggio 2012 alle 18:02

“Con tutto il rispetto per quanto questa amministrazione ha fatto finora, bisogna dire anche che essa è composta da elementi che sanno vendere cara la pelle.
Intrallazzati come sono con tutto ciò che fa notizia e con i soliti mass-media più o meno suonatori di tam-tam, enfatizzano ciò che fanno, tanto che a volte sembra un’amministrazione che governa per titoloni e dispacci di agenzia, anziché cose concrete. Sfogliate la stampa, osservate le varie emittenti televisive, le passerelle mediatiche e vi rendete conto che marpioni sono. Quanto è stato realmente fatto rispetto tutto ciò che è stato propagandato? Insomma sanno manovrare le leve del potere e sanno dare il contentino a tutti , contentino che si trasforma automaticamente in consenso, perfino dall’opposizione che a Cetraro non esiste!

Non solo, per gli investimenti, si danno da fare solo per quelli che garantiscono un ritorno monetizzabile in consensi. Parliamo di calcio, di palazzetti, di campetti vari, di anfiteatri inutili, di ecomostri dell’ultima ora e di appoggio a iniziative che danno il loro tornaconto, senza badare a spese. Perché non risolvono il problema della chiesa del Borgo? L’Ordinanza comunale di chiusura, avrebbe dovuto garantire una messa in sicurezza immediata, magari imponendo alla Diocesi un restauro certo entro certi termini. Se la chiesa è pericolante, perché non è stata transennata? Perché la piazza adiacente è libera all’uso e i giovani si siedono sui gradini del sacro edificio impunemente e pericolosamente? E’ agibile o inagibile? E’ pericolante o no? Cosa nasconde in verità tutta l’operazione? “

Manco a farla apposta, ecco che una nota sull’argomento appare in data 6 giugno 2012 (appena dieci giorni dopo ) sul quotidiano locale, come appare dal seguente ritaglio:

RondiniA completamento dell’iconografia, ecco alcune foto della chiesa e del modo provvisorio e aleatorio adottato per transennare l’area. Roba da far venire i brividi!

ChiesaSanMarco1ChiesaSanMarco2

E a proposito di uccelletti  evidenziamo, da osservatori della realtà, un’altra civetteria della squadra operativa comunale in vista della “riqualificazione del Borgo”.

Dopo tanto travaglio e dopo che i vetusti lampioni (vedi I lampioni del Borgo su questo stesso Blog) avevano ormai reclinato le loro teste perché consunti dal tempo, è iniziata la messa in opera della nuova illuminazione.

Su via A. Diaz, poiché alcuni proprietari di stabili non hanno consentito l’installazione dei fari a plafoniera sui propri muri, è stata scelta l’illuminazione pubblica mediante alti tralicci e nuovi lampioni. Non entriamo nel merito della scelta, ma ci fa un po’ sorridere quel palo che fuoriesce dall’albero e di notte illumina le sue cime anziché il viale.

Ma noi cerchiamo sempre di capire le buone ragioni e abbiamo pensato che, forse, un valido motivo c’è: illuminare la casa dei tanti passeri i quali, si sera, trovano riparo fra gli aculei dei pini. Alla fin fine hanno diritto anche loro di un po’ di assistenza e protezione. Non solo le rondini, per Bacco!

passeri2 passeri

A me questa volta, in parallelo alla bella poesia del Pascoli ricordata dal collega professor Sindaco, è venuta in mente quella altrettanto pregnante e ricca di significati del Carducci, Davanti a San Guido, di cui riporto qualche verso: “Davanti a San Guido… Nidi portiamo ancor di rusignoli: Deh perché fuggi rapido così? Le passere la sera intreccian voli A noi d’intorno ancora. Oh resta qui!…”.

Beh, dobbiamo proprio concludere, cari Tommaso Cesareo e Vincenzo Cianni, che Cetraro non è un paese stranoun paese di cantastorie…, è anche un paese che tiene in grande considerazione  l’uccello!