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Pare la via i Sceuza

Last updated on 29 Agosto 2021

Ah, quante volte da bambino ho sentito dire ai “grandi” questa frase per indicare qualcosa di particolarmente contorto o malfatto!

CetraroNei primi anni ’70 abitavo a Salineto, una frazione di Cetraro. Lì, nelle contrade, le strade non c’erano, esistevano solo le vie, e potevano essere di due tipi: “Carruoli” o “mulattiere”. Le prime erano vie talmente strette da consentire il passaggio di una sola persona, mentre le seconde erano più larghe e comode, perché dovevano consentire il passaggio ‘allu ciucciu’ o ‘allu mulu’ carico. Sul dorso dell’animale si potevano mettere delle ceste per trasportare erba, fieno o paglia, le cassette per trasportare sabbia, oppure i barili per trasportare vino o acqua. Poi ci siamo trasferiti più in basso, sul ponte Caprovini, distante solo poche centinaia di metri, ma era tutta un’altra storia: c’era la strada sotto casa, l’acqua e tutto ciò che necessitava. Immediatamente mi sono adattato a quel “benessere”, dimenticando “carruoli” e “mulattiere” e, soprattutto, dimenticando la “via i Sceuza”.

Perché scrivo tutto ciò? Perché pochi giorni fa, mentre percorrevo la strada S.Filippo-Zampolo (in auto questa volta), improvvisamente mi è tornata in mente anni tale frase. Così, decido di approfondire, chiedo agli anziani, i quali mi spiegano che “a via i Sceuza” era una via che consentiva agli abitanti di Salineto e Palazzuola di raggiungere Cetraro paese e la Marina, e vengo a sapere che era talmente impervia da essere percorsa solo a piedi. Non era per tutti, tanto era scoscesa, ripida contorta e con gradini altissimi. Una via, in pratica, che scendeva lungo il costale che da Palazzuola arriva fino al Palazzetto dello Sport. Appreso ciò, tutto è diventato più chiaro: il mio io interiore, chissà perché, aveva paragonato la strada S.Filippo-Zampolo alla quasi mistica “a via i Sceuza”.

Oggi, percorrendo le strade di Cetraro, mi rendo conto che sono tutte “vie i Sceuza”. Quella che va dal paese porta alla marina è una strada balneare e apre solo d’estate; la Cetraro-Santangelo sembra una gruviera andata a male; per la S.Lucia-Salineto-Sinni-Santangelo credo che se qualcuno si prendesse la briga di misurare le buche e i tratti franati, scoprirebbe una superficie superiore alla parte “buona”; la Valle-S.Biagio-Torretta-Ceramile, oltre ad essere stretta, contorta e piena di buche, mette addirittura paura: pare stia per franare da un istante all’altro, senza contare la presenza un enorme masso che sembra staccarsi a momenti per venirti addosso; la Cetraro-Fagnano è interrotta da oltre un anno a causa della triste vicenda del ponte Arenazza.

Ma la nuova vera “via i Sceuza” è proprio la S. Filippo- Zampolo che, oltre ad essere scoscesa, tortuosa, scivolosa e stretta, è stata martoriata dai lavori del metano. Come dire? Al peggio non c’è mai fine! Mi chiedo: ma ai politici le condizioni delle contrade non interessano? Forse percorrono quelle strade solo una volta ogni cinque anni?

Beh, cos’altro aggiungere? Si dice che “tutto il mondo è paese”. Io credo che, oggi come oggi, tutto Cetraro sia “na via i Sceuza”!

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