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“Non lasciamo avvelenare i pozzi della nostra città”

La sfuggevole e velata chiosa riparatrice, fatta dal cronista RAI il giorno successivo al passaggio del Giro d’Italia nel nostro territorio, basta ed avanza, secondo alcuni, a chiudere definitivamente una partita mediatica, dalla quale è uscita con le ossa rotte, in termini di immagine, la nostra città. Per noi, né basta, né avanza! Un’ abile aggiustatura di comodo, quella usata dal giornalista, che genera, ancorpiù, rabbia ed indignazione in chi, il danno, l’ha realmente subìto. Investiti di responsabilità istituzionali, siamo tra quelli che non intendono arrendersi a questo giornalismo d’assalto, di cui non si riesce, al momento, a comprenderne la logica e le finalità che intende conseguire.

La Televisione di Stato, per prima cosa, ha il dovere di formulare le proprie scuse ufficiali alla nostra città! Le deve, per le responsabilità oggettive che le appartengono. Non prima di aver chiarito, tuttavia, come scelte redazionali possano trasformare una cronaca sportiva e documentale in giornalismo d’inchiesta che chiama in causa la nostra città ed altre realtà comunali a noi vicine.  È stato dato un taglio chiaramente inquisitorio alla storia della nostra città! Senza riferimento a prove documentali e fatti incontrovertibili, è prevalso, nella esposizione del cronista, il condizionamento dei pregiudizi e dei luoghi comuni. Questo, non è giornalismo! Il danno fatto è irreversibile ed inquantificabile! Sfuggite Cetraro!

Questo è il solo messaggio lanciato dal cronista a milioni di telespettatori, perché il suo mare è contaminato dai veleni contenuti in una nave affondata, per via di mafia, a poche miglia dalla sua costa. La fonte? La rivelazione di un pentito di mafia, risalente a dieci anni fa, risoltasi in una bufala attraverso una indagine approfondita ed una sentenza da parte della Procura Nazionale Antimafia.

Resta Il mistero, oggi, se sia solo mancanza di deontologia professionale, quella del cronista, o, piuttosto, una precisa logica distruttiva dell’immagine storica e turistica di una città e di un territorio. Aspettiamo, intanto, così come convenuto con il Sindaco, nell’incontro avvenuto sabato scorso nell’Aula consiliare, che la RAI sia chiamata in causa, attraverso un esposto legale, e possa corrispondere, economicamente, il danno provocato dalle sue false notizie pubbliche ad una città che, da sempre, vive di turismo. Uguale trattamento di cronaca è stato riservato a città e località che stanno più a nord delle nostre latitudini? Non ci risulta!

Accanto alla decantazione delle bellezze e dei tesori d’arte di altre realtà comunali, lontane da noi, lo stesso giornalismo d’inchiesta non ha aperto spazi informativi per raccontare di fatti malavitosi ed eventi delittuosi che le appartengono! Ma suona come una beffa, intanto, il riportare in vita un episodio, i cui contorni sono stati ampiamenti delineati per via giudiziaria e non fare il benché minimo accenno all’ambìto e prestigioso riconoscimento internazionale avuto, qualche giorno prima, dalla nostra città.

La Bandiera Blu esposta nel nostro incantevole Porto turistico, dovrà essere il vessillo sotto il quale condurre la nostra battaglia! Adesso è il tempo dell’audacia e del fermento dello spirito unitario per poter cambiare lo stato delle cose! Gli onorevoli Roberto Occhiuto e Iole Santelli, nostri referenti parlamentari, appartenenti al Partito “Forza Italia”, si sono messi al nostro fianco, senza alcuna esitazione. Presenteranno, nei prossimi giorni, un’interrogazione al Governo, perché si faccia piena luce sulla logica aziendale della RAI, nel suo commento al Giro d’Italia 2018.

Nello stesso tempo, abbiamo chiesto all’on. Giuseppe Aieta, illuminato sindaco della nostra città nelle due consiliature precedenti, la proposizione di un ordine del giorno, nella prossima seduta del Consiglio Regionale, perché, nella Massima Assise della nostra Regione, si affronti, con la forza dell’unità istituzionale, questa inquietante ed incresciosa problematica. Non è possibile utilizzare soldi dei cittadini calabresi per fini di cui non è possibile conoscere la natura. Attenderemo, con la dovuta attenzione, gli sviluppi di tale contesa. Non vogliamo un giudizio sommario sulla persona del giornalista RAI. Vogliamo poter ottenere il rispetto delle verità documentali quando si rappresenta, al mondo, un estremo lembo di territorio dello Stato, afflitto dalla storica negligenza e noncuranza dei governi. La nostra inquietudine, infine, è che la nostra sorte continua ad essere contrassegnata dai pregiudizi e da eterni bolli infamanti.

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