Queste immagini rappresentano, in parte, lo scempio che quotidianamente si consuma in località Arvara di Cetraro: una discarica a cielo aperto posta, arbitrariamente dal Comune, sopra un uliveto di proprietà della mia famiglia.

È da tre anni che è stato più volte promesso che, anche in questo meraviglioso scorcio della campagna cetrarese, si sarebbe effettuata, come in tutti i paesi civili, la raccolta differenziata porta a porta, ma ad oggi la situazione è sempre la stessa: cataste di rifiuti di ogni genere (pneumatici, materassi, ingombranti ecc.), che inquinano e deturpano un terreno che produce delle eccellenti olive. L’estate scorsa, per non essere complice dell’inquinamento, insieme ai miei familiari, differenziavamo i rifiuti, portandoli all’isola ecologica di Sant’Angelo. La novità di quest’anno è che l’isola non esiste più, per cui stiamo provvedendo a trasportare multimateriale, vetro e carta dove risiediamo abitualmente (60 km di distanza).

È triste e doloroso assistere inermi alla “violenza” perpetrata dalle istituzioni su un territorio, che mio nonno, prima, e mio padre, poi, hanno amato e curato, facendo tanti sacrifici, fino alla fine della loro vita. Non posso e non riesco più ad attendere! Non è nel mio stile utilizzare i social per problematiche strettamente personali, non amo i litigi sterili ed i dialoghi volgari che ne scaturiscono, ma pare sia diventato l’unico strumento per “sensibilizzare” e smuovere le coscienze, per chi, come me, non ha la possibilità economica di rivolgersi ad importanti avvocati!

Chiedo, pertanto, per l’ennesima volta, visto che risulta estremamente difficile attuare la raccolta porta a porta, di rimuovere i cassonetti dal terreno e bonificare tutta l’area circostante. Mi risponderà qualcuno o devo contattare Le iene?

Ermelinda De Caro