Gioco d’azzardo legale, reddito e disoccupazione: quali correlazioni nel nostro territorio?

Il recente Decreto Dignità approvato dal Consiglio dei Ministri riapre ancora una volta il dibattito sul gioco d’azzardo e su come dovrebbero esserne gestite la pubblicità e l’offerta.

Sono molti gli studi che mettono in evidenza come il mondo del gioco e delle scommesse stia riscuotendo un notevole successo tra gli italiani. I casinò sul web, in particolare, hanno registrato una crescita considerevole, che può essere spiegata con la facilità di accesso al gioco e con il fatto che gli utenti possono ricevere bonus in denaro e giri gratis sui casino online che permettono di intrattenersi anche senza utilizzare fondi personali.

Nonostante il gioco legale sia il terzo settore economico più importante e florido in Italia, amministratori locali e governo sono preoccupati per quella porzione di cittadini che non riescono a goderlo in modo responsabile e cadono nelle maglie del gioco compulsivo e della dipendenza. Per poter fare scelte legislative e normative adeguate, è tuttavia importante conoscere a fondo il fenomeno del gioco e la sua relazione con la possibilità di spesa dei giocatori.

Allo scopo di determinare se esiste una correlazione tra raccolta dei giochi e reddito degli utenti oppure tra raccolta e disoccupazione, IlSole24Ore ha commissionato ad Infodata uno studio basato sui dati forniti dall’Agenzie Dogane e Monopoli, il Ministero delle Finanze e l’Istat e che ha creato una mappatura di tutti i comuni italiani.

Grazie a questa analisi possiamo esplorare in maniera approfondita la situazione del gioco legale nella provincia di Cosenza e anche a Cetraro.

Un primo livello di approfondimento riguarda il livello della raccolta nella provincia. Considerando che la spesa media nazionale pro-capite a livello nazionale è pari a 610,3€, sono solo otto i comuni che vanno al di là di questo riferimento e sono Mangone (1.428,08€), Rende (1.070,84€), San Marco Argentano (1.004,10€), Altilia (996,71€), Pietrapaola (844,40€), Falconara Albanese (804,84€), Zumpano (771,08€), Montalto Uffugo (751,17€). Il comune di Cetraro si colloca ben al di sotto della media nazionale con una spesa pro-capite nei giochi legali di 372,53€.

Per esplorare l’assunto che afferma che si gioca maggiormente laddove il reddito è più basso, Infodata ha incrociato i dati della spesa 2017 con quelli del reddito medio dichiarato per il 2016.

Dei 155 comuni cosentini, sono sette quelli che vanno a confermare questa teoria e sono (in ordine alfabetico): Altilia, Falconara Albanese, Mangone, Montalto Uffugo, Pietrapaola, San Marco Argentano, Zumpano. Per quanto riguarda Cetraro, alla bassa raccolta indicata sopra corrisponde anche un basso reddito e non è possibile quindi fare nessuna correlazione tra le due misure.

Per quanto riguarda invece il rapporto tra spesa nei giochi e occupazione, nella ricerca di Infodata sono disponibili dati solo a livello provinciale. Il tasso medio di disoccupazione nazionale nel 2017 è stato del 11,21% e Cosenza si colloca purtroppo ben al di sopra di questa percentuale, con una disoccupazione pari al 21,17% ed un livello medio di raccolta alto.

È ancora una volta importante sottolineare che questi sono i dati relativi solo ai giochi legali ed autorizzati, che si tratti di scommesse sportive, casinò online, lotterie o Gratta e Vinci. Probabilmente il quadro sarebbe diverso se si potesse in qualche modo tenere in considerazione anche quella porzione di raccolta che finisce nelle mani della criminalità.