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Giocatori online ed offline: la profilazione spiega perché si tratta di due mondi distinti e separati

Last updated on 1 Ottobre 2021

Tra i settori che hanno raccolto più consensi negli ultimi mesi, influenzati pesantemente dalla pandemia, il gioco d’azzardo online riveste un ruolo da assoluto protagonista. Le restrizioni nell’intero periodo Covid-19 hanno aumentato il tempo dei giocatori in rete, così come la voglia di cercarsi altri passatempi.

Così l’intero segmento delle slot machine online, presente tanto nei casinò top del circuito AAMS tanto nei migliori casinò non AAMS, ha potuto spopolare in tutta calma. Gli sviluppi, anche in questo settore, sono stati enormi. L’aumento, già nel 2020, è stato di oltre il 40% in termini di utenza: un autentico boom che ha portato gli operatori di settore letteralmente a studiare i giocatori. Per ragioni di profilazione, ovviamente. 

Con questo termine si fa riferimento allo studio sui comportamenti personali dei giocatori, poiché ognuno di essi ha un modo di giocare diverso che cambia anche in base al mezzo, sia online sia fisico. Indubbiamente ciascun giocatore ha una preferenza ed è difficile soprattutto capire il modo in cui catturare l’attenzione di chi cerca un tipo particolare di gioco in base a determinate individualità. Un lavoro parecchio complesso, quello dello sviluppatore di giochi.

A fare la differenza, oggi come oggi, è una buona strategia di marketing. Un altro fattore determinante per la proliferazione è la categoria a cui appartiene ogni singolo giocatore. C’è chi preferisce le sale, chi i corner o i bar. Questi giocatori possono fare a meno di una connessione ad internet.

D’altronde molti studi confermano che ogni giocatore appartiene ad una categoria. I giocatori offline, quelli che cioè non hanno effettuato alcuna migrazione sull’online, hanno un preciso identikit: età media, istruzione medio-bassa, poco attivi dal punto di vista culturale, poco informati, preferiscono i contanti.

Completamente differente invece il background dei giocatori online: più giovani, generalmente sui trentacinque anni. Ognuno di essi, essendo perlopiù Millennials, ha una laurea o quantomeno un titolo di studio con molti interessi. E sono un campione curioso, legato ai temi dell’attualità, dello sport, della politica, dei viaggi.

Tutti questi ovviamente hanno dimestichezza con carte di credito e prepagate, sfruttando anche altri canali come SatisPay e PayPal. Navigano quotidianamente in internet e giocano ma non solo con titoli a vincita in denaro, ma anche di ruolo o strategia. Partecipano inoltre a giochi di abilità in cui è possibile interagire con altre persone. Due categorie distinte e separate di gamers, insomma. Con cui è necessario, giocoforza, fare i conti per ottenere i risultati sperati.

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