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Cetraro. “Sardella” o “Rosamarina”: non si pesca!

Last updated on 26 Febbraio 2017

L’Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro informa che il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 28 dicembre 2015 non ha autorizzato la pesca del novellame di sarda o alici, la c.d. “rosamarina” o “sardella”, tipo di pesca che continua ad essere vietata.

rosamarinaIl decreto predetto ha solo autorizzato la pesca di due specie ittiche simili al novellame di sarda o alici, che sono il rossetto (aphia minuta) e il cicerello (gymnammodites cicerelus). Le specie autorizzate sono pesci già allo stato adulto che mantengono per tutta la vita una dimensione piccola, diversamente dalla “sardella” o “rosamarina” che invece è novellame di sarda o alice allo stato giovanile.

Il decreto ministeriale in questione tra l’altro ha autorizzato la pesca in via sperimentale di tali specie soltanto ad un ristretto numero di imbarcazioni e previe specifiche restrizioni tra le quali: sbarco del pescato soltanto nei porti autorizzati e conferimento a mercati ittici; attrezzi da utilizzare la sciabica da natante o rete a circuizione aperta (con maglie del sacco superiori a 3 mm); pesca in orari diurni ed anche entro 3 miglia dalla costa; attività di pesca 4 giorni settimanali (dal lunedì al giovedì) a rotazione.

Per ciò che riguarda la giurisdizione dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro con Ordinanza nr. 2/2016 emanata in data 11.01.2016 dal Capo del Compartimento Marittimo di Vibo Valentia sono stati individuati, quali porti di sbarco, i porti di Cetraro (banchina di sopraflutto) e di San Lucido, quindi è vietato lo sbarco del pescato sulle spiagge e in altri luoghi. Il permesso di pesca speciale in questione ha validità dalla data del rilascio dell’autorizzazione da parte del Ministero e comunque fino al 15 aprile 2016. Infine si rammenta che la pesca, detenzione, trasporto e commercio di specie ittiche sottomisura ossia allo stato giovanile come la “rosamarina” o la “sardella” è tassativamente vietato ai sensi del regolamento UE nr. 1937/2006 entrato in vigore nel 2010, e che le violazioni a tali norme ai sensi dell’art. 7 del decreto legislativo nr. 4/2012 hanno carattere penale.

R&P

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