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Amedeo Ricucci ha presentato il suo libro a Bonifati

Ha moderato l’incontro Stella Fabiani.

L’incontro con il noto giornalista della Rai, che ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali, tra cui il Premio Ilaria Alpi e il Premio Speciale Amade del Festival della Televisione di Montecarlo, è stato seguito da un pubblico attento e interessato.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, Francesco Grosso, e del consigliere con delega alla Cultura, Lucio De Brasi, ha preso la parola Francesco Lo Giudice, ricercatore dell’Unical e sindaco di Bisignano. Il suo appassionato intervento è stato incentrato, soprattutto sul tema dei Diritti Umani e ha preceduto le conclusioni affidate all’Autore.

Le parole, così come è nello spirito del libro, sono state intervallate dalla proiezione di reportage giornalistici, realizzati su luoghi “caldi”, in cui si stanno svolgendo i più efferati conflitti dei nostri giorni: fra gli altri, Iraq, Siria e Libia.

Il libro racconta 20 storie i cui protagonisti, da una parte, in quanto testimoni oculari, danno più forza alla veridicità degli eventi e, dall’altra, catturano maggiormente l’attenzione dello spettatore, come solo una storia ben raccontata sa fare. Si tratta di piccole storie, con la s minuscola, destinate, però, ad entrare nel grande Mare della Storia Universale, quella con la S maiuscola.

L’occhio del cronista ha saputo cogliere vicende e volti appropriati alla descrizione di fatti ed eventi: dai bombardamenti sulla Siria allo sfruttamento del lavoro minorile in Turchia, dall’operato della Guardia Costiera Locale in Libia al mistero della scomparsa di Padre Paolo Dall’Oglio.

Ricucci stesso lo ha ribadito, nel corso del dibattito, rifiutando decisamente l’etichetta di coraggioso: Non ho mai subito il fascino delle armi – ha detto – né ho mai esaltato i rischi che correvo… la mistica del coraggio non è nelle mie corde. Se c’è un fascino che subisco, l’unico, è il poter vivere di persona, in prima fila, dei momenti di Storia da raccontare a tutti, a modo mio”.

La motivazione che lo spinge a esercitare il suo mestiere, e ad affrontare i rischi ad esso connessi, non sarebbe, dunque, il gusto dell’avventura o il sogno di una vita spericolata, bensì la certezza di essere tra coloro che stanno guardando negli occhi la Storia, mentre passa. Se non ci fosse nessuno a filmarla e a raccontarla, – come ben ha evidenziato, nel corso della presentazione, Francesco Lo Giudice – essa finirebbe nel magma indistinto del nulla, senza tramandare di sé alcuna memoria.

Il prossimo appuntamento con Amedeo Ricucci e le sue “Cronache dal fronte” è fissato per il 16 agosto, a Diamante.

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