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Prefazione di Pino Arlacchi

Da più di trent’anni non cessiamo di onorare la memoria di Giovanni Losardo, diventato un simbolo della lotta alla violenza e alla malversazione pubblica molto tempo prima delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Uomo di stato e di cultura, Giovanni era un nemico naturale dell’illegalità.
Militante di una sinistra che in Calabria e nel paese si batteva per una società’ più libera e giusta, amministratore di un comune, Cetraro, al tempo campo di battaglia tra una delinquenza organizzata in piena crescita e un contesto istituzionale e sociale ancora esitante nella sua opposizione ad essa, Giovanni non ebbe alcun tentennamento nella scelta di campo.
La sua fine fu dettata dalla ferocia mafiosa, evvero, ma un ruolo fu giocato anche dalle reticenze, complicità ed omissioni degli apparati pubblici cui egli stesso apparteneva.
Nella sua tesi di laurea, Annalisa Ramundo ha analizzato con cura il contesto storico-politico della Calabria dal dopoguerra in poi, fino a quel fatidico 1980, segnato dal sacrificio di Giovanni Losardo e di Peppe Valarioti, un altro esempio di eccellenza etico – politica ucciso dalla mafia della Piana di Gioia Tauro a poche settimane di distanza dai fatti di Cetraro.
L’affresco della Ramundo contiene anche una riflessione sulle matrici di fondo del degrado della nostra regione.
Le stesse matrici che hanno favorito l’espansione del potere mafioso e del gangsterismo urbano.
Matrici ben chiare a Giovanni Losardo, e contro le quali ci battiamo ancora oggi sulla scia del suo ricordo e del suo esempio di una vita, la sua, che ha ben meritato di essere vissuta.
Alla memoria di Losardo il comune di Cetraro ha dedicato nel corso degli anni, una serie di tributi che l’hanno resa sempre viva.
C’e’ poi il premio Losardo, un evento culturale di prima grandezza, la cui rilevanza cresce di anno in anno, rafforzando il suo profilo di un appuntamento in cui le forze della legalità e della cultura ritrovano le ragioni della loro duratura alleanza.
Grande merito va inoltre riconosciuto al Laboratorio sperimentale Losardo, guidato da un intellettuale di eccezionale levatura come il prof. Gaetano Bencivinni, che da quasi un decennio organizza fatti di cultura indirizzati soprattutto ai giovani, e che ha recentemente allargato i suoi orizzonti verso la dimensione internazionale istituendo un apposito premio, patrocinato dal Parlamento Europeo.
Come si può vedere, allora, molta strada e’ stata percorsa da quel tragico Giugno1980.
E il significato di questo percorso e’ ormai chiaro: Giovanni Losardo non e’ morto invano.
Giovanni Losardo non è morto solo.

 

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