di Giuseppe Natalini
Eletta nelle ultime due tornate elettorali, prima con Angelo Aita nel 2015, e poi con Ermanno Cennamo nel 2020, il caffè di questa settimana lo abbiamo preso con Barbara Falbo. L’ex Vicesindaco ha creato negli ultimi mesi il gruppo “Amiamo Cetraro” e, proprio in queste ore, sta decidendo quale sarà il suo futuro nella prossima tornata elettorale.
Barbara, come è nata in lei la passione per la politica e cosa l’ ha spinta ad intraprendere questo percorso?
«La domanda è interessante ed in pochi conoscono il mio percorso. La mia passione per la politica è nata in casa ascoltando le storie di mio nonno che aveva una forte vocazione socialista e una grande fede in tali ideali. Poi il ruolo a favore degli ultimi che i miei parenti, alcuni membri del consiglio comunale di San Marco Argentano, interpretavano con passione senza mai risparmiarsi. Da loro ho imparato ad amare la politica, quella vera e sana, sempre al servizio dei cittadini. Infatti, mi sono candidata per ben due volte al Consiglio Comunale di San Marco, seguendo i modelli di vita che mi erano stati inculcati dai mie familiari. Mio nonno, in particolare, era sempre a favore della fascia debole della società, un valore che ho cercato sempre di portare avanti nella mia esperienza politica».
Nella sua storia politica, quando è stata eletta, ha sempre ricevuto deleghe nel sociale: cosa la lega così profondamente a questo ambito?
«Le politiche sociali mi hanno dato l’opportunità di conoscere tantissime persone. Da ciascuna di esse ho arricchito la mia esperienza e le mie conoscenze di vita. Posso assicurarvi che in ogni incontro ho rivisto un po’ di me stessa, e non avete idea di quanto calore questo porti al mio animo. Mi appassiona profondamente perché ogni persona che ho incontrato mi ha fatto scoprire il proprio pensiero, ma anche la propria semplicità. Il dialogo, il confronto e lo stare insieme arricchiscono tutti. Credo fermamente che ascoltare gli altri sia uno dei compiti più importanti. Ho cercato in ogni modo di ascoltare ogni singola voce e, nei limiti delle risorse disponibili, ho fatto del mio meglio per dare risposte concrete. C’è ancora tanto da fare e non è retorica se dico che, intorno a noi, c’è molta solitudine. A questa solitudine vorrei dare voce, perché credo che ogni persona meriti attenzione e supporto».
Durante la lontananza del Sindaco per motivi di salute, lei è diventata il punto di riferimento dell’Amministrazione scorsa. Cosa ha significato questo carico di responsabilità?
«Per me è stato un onore e un privilegio essere al servizio della città. Quando ho chiesto il consenso dei cittadini, l’ho fatto con l’intenzione di rappresentarli e dare loro una voce. Tuttavia, non è stato affatto facile. E sarebbe presuntuoso dire il contrario. La principale difficoltà è stata la mancanza della figura apicale del sindaco Ermanno Cennamo, che per motivi di salute era costretto a vivere fuori regione. Questo ha reso complesso interpretare sempre le sue intenzioni e operare in maniera coordinata, visto che non era sempre possibile dialogare direttamente con lui. Nonostante queste difficoltà, ha prevalso l’amore per la città, che ho sempre avuto nel cuore, e il rispetto per tutti coloro che mi hanno sostenuto. Voglio esprimere un sincero ringraziamento ai miei colleghi che mi hanno supportato e pazientemente sopportato, durante questa fase delicata. Un grazie particolare va anche all’ex Sindaco Ermanno Cennamo che ha creduto in me e mi ha dato l’opportunità di portare avanti il suo programma, anche in un momento così complesso della sua vita. In quel periodo, non sono stata sola: insieme ai miei collaboratori, abbiamo cercato di mantenere viva l’amministrazione e continuare a lavorare per la comunità, nonostante le difficoltà. Credo fermamente che la politica, in momenti di crisi, debba unire e mettere al primo posto il bene della collettività. Questo è stato il faro che ha guidato ogni nostra azione».
Secondo lei, quali sono stati i motivi che hanno portato alla fine dell’Amministrazione Cennamo? Come valuta la sua esperienza in quella legislatura?
«I motivi sono diversi. In primis la mancanza del Sindaco come dicevo in precedenza. Poi un progetto che lentamente si deteriorava sempre più per la mancanza di soggetti politici che avrebbero dovuto garantire la tenuta dei propri rappresentanti all’interno del consiglio comunale. La mia esperienza amministrativa è stata esaltante perché mi sono misurata in un ruolo molto impegnativo che non pensavo di portare a termine vista la complessità dei problemi che nel periodo estivo mi sono trovata davanti. Di una cosa comunque vado orgogliosa ed è il rapporto costante che ho tenuto con le fasce più deboli della comunità attraverso la mia delega al sociale».
E’ stata tra i fondatori del nuovo gruppo “Amiamo Cetraro”: avete già delineato un progetto politico? Rivedremo Barbara Falbo candidata anche nella prossima tornata elettorale?
«Amiamo Cetraro è un movimento che nasce dalla necessità della gente di poter far sentire la propria voce in un momento di grande confusione politica e assenza di credibilità. Oggi più che mai, al di là di alcuni partiti politici che dimostrano ancora serietà e competenza, vince il personalismo e la mancanza di confronto che per un breve periodo, in verità, stava contaminando anche il mio modo di interpretare la politica. Perciò la necessità di creare un movimento nel quale la collegialità delle decisioni aiutano a trovare le giuste soluzioni attraverso il rispetto delle ragioni dell’altro. Mi chiede se mi candido? Lo farò solo se farò parte di una coalizione che si presenta per governare e non per per vincere con il solo obiettivo
di battere l’avversario».