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Terme Luigiane: chiusura a ottobre?

Last updated on 29 Agosto 2021

Guardia (CS). 500. È questo il numero delle persone che, secondo quanto affermano i dipendenti della SATECA, rischiano di perdere il posto di lavoro.

Terme LuigianeGli impiegati della società che gestisce gli impianti delle Terme Luigiane della vicina Guardia, infatti, sono entrati in agitazione e hanno diffuso una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, agli assessori regionali alle attività economiche, al lavoro e all’ambiente, oltre che al segretario regionale calabrese del PD Ernesto Magorno.

Si dicono «fortemente preoccupati per il proprio futuro occupazionale e per il futuro dei propri Comuni. La minaccia, infatti, è che le Terme Luigiane, azienda storica e leader del settore in Calabria, possano chiudere a fine ottobre, al termine dell’attuale stagione termale. La preoccupazione nasce dalla scadenza ormai prossima (aprile 2016) del contratto di sub concessione tra i Comuni interessati, Acquappesa e Guardia Piemontese, e la società SATECA».

«Ad oggi – si legge – non sembra che ci siano prospettive di rinnovo di tale sub-concessione. Dato che l’economia di tutto il comprensorio, non solo delle terme, ruota intorno all’offerta turistico-termale, la preoccupazione è più che legittima e si prefigura un futuro drammatico per l’intero indotto, ossia le numerosissime attività connesse al termale. Oltre ai dipendenti della società, dunque, sono anche altri i lavoratori e le famiglie in ansia per il proprio futuro».

Secondo gli stessi lavoratori, infatti, assieme ai dipendenti circa 500 sarebbero le persone preoccupate, nel complesso, da una simile eventualità: “Chi andrà in vacanza a Guardia se le terme non saranno aperte? Quali saranno i tempi per una nuova concessione? Chi sarà interessato a investire, se oggi con la nuova normativa regionale la sub-concessione può avere una durata massima di 20 anni?”.

Le Terme Luigiane, ricordiamo, occupano oggi circa 250 persone, erogano circa 400.000 cure a 18.000 clienti. I soli alberghi SATECA hanno raggiunto lo scorso anno le 31.000 presenze. «Si può pensare – si chiedono infine i dipendenti – che una simile realtà debba chiudere per la solita burocrazia immobile e ostile?».

sincado-Giuseppe-AietaNel frattempo, il consigliere regionale Giuseppe Aieta ha pubblicato sul suo sito ufficiale un articolo in merito proprio alla questione delle Terme Luigiane, individuato i nodi che, secondo le sue prime analisi, vanno sciolti.

Scrive: “Ho seguito attentamente il Forum sulle Terme calabresi organizzato dal Corriere della Calabria ed ho approfondito il tema col direttore Pollichieni. È venuto fuori un quadro allarmante ma allo stesso tempo carico di nuove sfide che la Regione Calabria può cogliere per svariati motivi. A cominciare dall’occupazione visto che il comparto termale vale due volte il Porto di Gioia Tauro in termini di livelli occupazionali”.

I punti di debolezza del sistema termale – scrive Aieta – risiedono tutti in 3/4 questioni che con buona volontà possono (e devono!) essere affrontate (e risolte!).

1) Il budget è sottodimensionato: occorrerebbero circa 10 mln per rilanciare il comparto tenuto conto che fare termalismo significa offrire servizi sanitari e turistici sfruttando la materia prima che – grazie a Dio – produce la nostra terra.

2) I medici di base indirizzano pochissimi utenti verso i nostri stabilimenti termali nonostante le cure delle nostre acque riducano ricoveri e farmaci perché benefiche per la nostra salute.

3) Le terme – in Calabria – sono l’unica attività regionale che attrae utenza da fuori regione nonostante i flussi del turismo termale abbiano un tetto oltre il quale non è consentito andare.

4) La legge regionale n.38 non è mai stata finanziata.

Avverto – scrive ancora Aieta – una certa preoccupazione che mi rimanda a situazioni vissute già sul Tirreno cosentino ed in particolare ai fallimenti del tessile”.

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