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Sanità cosentina: in che direzione si sta andando?

Last updated on 25 Febbraio 2017

Quello della sanità è un problema molto avvertito nel territorio di Cosenza e in Calabria in generale; le condizioni nelle quali si trova l’intero comparto sono ormai note e sono frutto di anni di mala politica, cattiva gestione e clientelismo.

sanitaUna condizione disastrata che poi, come sempre, finiscono per pagare i cittadini, dato che si arriva alla necessità di tagliare per far tornare i conti; la sanità calabrese, come noto, è commissariata per rientrare dei debiti accumulati negli anni.

Una situazione che ha portato diverse proteste e manifestazioni su tutto il territorio, in particolare nella zona di Cosenza, dove molti sindaci della provincia hanno contestato vigorosamente contro la chiusura del nosocomio di Praia a Mare.

Un programma di tagli che, in base a quanto stabilito dal commissario, ha per ora mantenuto l’ospedale di Paola – Cetraro come centro spoke, ovvero centro ospedaliero a media intensità di intervento. E questa è una notizia buona per il territorio di Cetraro.

Nelle scorse ore il deputato Pd Bruno Censore ha firmato un’interrogazione parlamentare da indirizzare al ministero della Salute, nella quale si evidenzia come il risanamento della sanità calabrese debba sì seguire la linea del rigore, ma senza andare a ledere il bisogno di erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

E sempre in queste ore il commissario Scura, che è stato incaricato di risanare la sanità locale a colpi di tagli e che per questo è stato molto criticato, ha affermato che il decreto sul riordino ospedaliero è effettivamente migliorabile.

In sintesi, una situazione in pieno fermento e in divenire, che lascia immaginare come all’orizzonte vi siano altre settimane piuttosto movimentate.

Il baratro nel quale la sanità regionale è sprofondata è stato una vera e propria zavorra per l’intero comparto, che è rimasto indietro. Il tutto mentre nel resto del paese vedono la luce novità interessanti in ambito sanitario.
Un esempio calzante è quello legato all’utilizzo della cannabis medica; in Italia è iniziata dal 2015 la produzione di cannabis per uso medico. A dicembre il ministero ha dettato le linee guida per l’utilizzo della sostanza, con regole su come impiegare i semi di CBD e i farmaci che ne derivano in ambito curativo.

Una novità di una certa importanza nella cura di determinate patologie per le quali i cannabinoidi sono risultati essere utili, e che vede l’Italia andare a due velocità distinte; mentre altre regioni hanno colto l’opportunità, la Calabria impantanata nelle sue vicende sanitarie è ancora in attesa di una regolamentazione della cannabis nel settore medico.
Soltanto un esempio, ma esplicativo del fatto che anni di cattiva gestione della sanità locale rischiano di far sprofondare ancor di più la Calabria in una condizione di ritardo e arretratezza nei confronti del resto del paese.

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