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No alla chiusura dell’ufficio postale di S. Filippo

Last updated on 26 Febbraio 2017

«L’intenzione di chiudere l’ Ufficio Postale di S. Filippo di Cetraro trova la più ferma opposizione da parte dell’Amministrazione comunale a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini conquistati a fatica con anni di lotte e sacrifici».

Poste Cetraro San FilippoÈ questa la sintesi della lettera inviata dal Sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, ai vertici di Poste Italiane e al Presidente del Consiglio dei Ministri, di fronte alla notizia secondo cui il Piano di Riorganizzazione inviato da Poste Italiane Spa all’AgCom prevederebbe l’imminente chiusura di ben 1.156 uffici in tutta Italia, di cui circa 100 in Calabria e 38 nella sola provincia di Cosenza.

Aieta precisa che la città di Cetraro sostiene totalmente la battaglia del Presidente della Provincia, Mario Oliverio, che già nei giorni scorsi aveva assunto una posizione ferma contro questo provvedimento. «I tagli lineari del Governo Monti – aveva scritto in una lettera Oliverio – alle scuole, alle università, ai treni, agli ospedali, alle Province e agli uffici giudiziari (Preture, Tribunali, Uffici dei Giudici di Pace ecc.) ed ora la chiusura degli uffici postali che, insieme alle farmacie, alle scuole e alle Stazioni dei Carabinieri rappresentano, in molti piccoli centri della nostra provincia, gli ultimi avamposti della presenza dello Stato, assumono i contorni di decisioni assurde e insopportabili. Servizi essenziali come quelli offerti dagli uffici postali che permettono alle persone anziane di riscuotere la pensione e alle famiglie di pagare le bollette di gas e luce e di custodire quei risparmi che hanno contribuito per anni alla crescita di tutto il Paese, non possono essere tagliati, perché a pagarne le conseguenze più pesanti sarebbero, come al solito, le fasce più deboli della popolazione».

«Se insieme a ciò – aveva scritto il Presidente della Provincia di Cosenza – si considera l’effetto devastante che questo provvedimento avrebbe anche sul piano occupazionale, si capisce bene perché, in una regione come la nostra, dove la percentuale di disoccupati ed inoccupati tocca ormai punte drammatiche, questa decisione non può essere assolutamente condivisa e accettata, nonostante i dirigenti di Poste Italiane Spa continuino a parlare di una generica riconversione degli uffici in centri multi-servizi che non ci convince affatto e che, a nostro parere, è solo l’anticamera della chiusura delle sedi postali».

«Per quanto ci riguarda – aveva concluso Oliverio – saremo vigili e attenti e ci opporremo a qualsiasi eventuale ipotesi di chiusura degli uffici postali con tutte le nostre forze e con tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo che, soprattutto in molti centri della nostra provincia maggiormente esposti a rischio spopolamento, lo stato sociale non diventi solo un vago e lontano ricordo».

«Così come accaduto per i Tribunali – chiosa Aieta – saremo vicini alle battaglie di civiltà al fine di evitare l’impoverimento di un territorio già pesantemente colpito da emergenze sociali».

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