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Giudice di Pace e GDF a Cetraro. Atto terzo

Last updated on 25 Febbraio 2017

Una polemica sterile e controproducente”. Con queste parole, il vicesindaco, Ermanno Cennamo, etichetta le dichiarazioni rilasciate dal capogruppo del P.R.I. Vito Caldiero sul trasferimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Cetraro.

Giudice di Pace e Guardia di Finanza a CetraroCennamo, attraverso le pagine del Quotidiano della Calabria, risponde alle dichiarazioni di Caldiero, mettendo in evidenza – assieme all’assessore Marco Bianco – tutto il percorso intrapreso dalla giunta Aieta per allontanare lo spettro della perdita del prezioso ufficio.

Con fascicoli alla mano, Cennamo e Bianco ribattono le affermazioni che l’avvocato Caldiero aveva rilasciato in una nota del 6 marzo, dove scriveva: «[…] se l’amministrazione comunale non fa espressa richiesta di mantenimento della sede accollandosi l’onere dei locali e del personale amministrativo […] l’Ufficio del Giudice di Pace di Cetraro sarà accorpato a quello di Paola».

L’assessore e il vicesindaco sottolineano che l’atto formale è stato inviato al Ministro di grazia e giustizia, al Consiglio superiore della magistratura, al Presidente della Corte di appello di Catanzaro, al Prefetto di Cosenza, al Questore di Cosenza, al Presidente del Tribunale di Paola, al Procuratore della Repubblica di Paola e allo stesso Giudice di Pace. E che la spedizione è stata effettuata il 18 gennaio, in anticipo rispetto alla scadenza (prevista per il 14 febbraio).

«Ancora una volta – dichiara Cennamo al Quotidiano – mi vedo costretto a replicare a polveroni mediatici inconsistenti, che non corrispondono alla realtà dei fatti, che peraltro è controllabile da parte di qualsiasi consigliere comunale interessato a conoscere la dinamica delle procedure adottate.
Purtroppo dobbiamo registrare il tentativo di creare confusione e divisione su una questione di rilevanza strategica come l’ordine pubblico, che rappresenta una priorità assoluta per l’intero consiglio comunale, che da anni procede all’unanimità nella gestione di questa complessa problematica.
Se Caldiero non ha avuto modo di partecipare al consiglio comunale del 30 novembre scorso, avrebbe potuto tranquillamente acquisire tutte le informazioni del caso prima di avventurarsi in una polemica sterile e controproducente, destinata solo ad alimentare confusione nell’opinione pubblica».

giudice di paceBianco, da parte sua, afferma: «ho seguito direttamente la vicenda sin dal mese di novembre, allorché ho rappresentato l’amministrazione comunale in un incontro con il Giudice di Pace e i sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese per trovare insieme la soluzione più efficace al fine di scongiurare il pericolo della perdita di un avamposto importante dello Stato nella nostra cittadina.
In quella occasione abbiamo deciso di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per conseguire il risultato auspicato.
Il 30 novembre il civico consesso ha approvato all’unanimità una delibera di richiesta formale del mantenimento dell’ufficio giudiziario, considerato un presidio irrinunciabile per la nostra cittadina. Contestualmente il Comune di Cetraro si impegnava formalmente a mettere a disposizione strutture e personale per il buon funzionamento dell’ufficio».

Ricordiamo che il tutto era partito da una piccola “polemica mediatica”, forse innestata da un commento lasciato su Cetraro in Rete. Un scintilla scagliata proprio dal capogruppo del PRI Vito Caldiero sul problema dell’allontanamento della caserma della Guardia di Finanza e dell’Ufficio del Giudice di Pace; una grave complicazione che sta allungando sempre di più la sua ombra sulla cittadina tirrenica.

L’Avvocato aveva commentato le dichiarazioni del vicesindaco che, in una nota, affermava «ci siamo prodigati in tutti i modi per ottenere il rafforzamento della presenza dello Stato nella nostra cittadina a tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico. Purtroppo, sembra che Cetraro a breve possa perdere l’ufficio del Giudice di Pace».

Il commento del capogruppo del PRI era: «I timori sono già certezze, perché il trasferimento della Guardia di Finanza e la soppressione dell’Ufficio del Giudice di pace – argomenti sui quali mi sto “sgolando” da tempo senza alcun riscontro – sono fortemente voluti dall’attuale maggioranza. Le elucubrazioni del Vice Sindaco sono veramente vuote e senza alcun senso, né logico, né politico. Infatti, i nostri amministratori non vogliono salvare i due uffici pubblici, oppure non sanno come fare, trincerandosi dietro le difficoltà economiche del momento, ormai sbandierate davanti a qualsiasi altra problematica. Parlassero chiaro ed ingoieremo anche queste altre due pillole amare, a discapito del nostro (già) grande paese, incominciatosi ad abituare al buio più pesto già dallo scorso Natale. Auguri ai cetraresi per il prossimo futuro…».

Guardia di FinanzaA tale commento il vicesindaco aveva risposto stemperando i toni: «un polverone […] non può produrre altro che confusione nell’opinione pubblica», e aveva rilanciato: «se il capogruppo del Pri ha proposte concrete e conosce percorsi più efficaci, invece di alimentare confusione e di praticare demagogia, potrebbe attivamente partecipare allo sforzo corale che l’amministrazione comunale sta portando avanti per scongiurare il pericolo del trasferimento dell’ufficio».

A quel punto, nonostante il tentativo del vicesindaco di placare i toni, la scintilla si è trasformata in un principio d’incendio e la polemica è scoppiata. Il 6 marzo, Vito Caldiero ha rilasciato la nota stampa di cui sopra e ieri è arrivata la risposta congiunta sul Quotidiano dell’assessore Bianco e del vicesindaco Cennamo.

Noi di Cetraro in Rete, speriamo che questa diatriba a distanza si esaurisca presto, ma, soprattutto, ci auguriamo che si possa trovare una soluzione comune al problema, al fine di scongiurare questa grave perdita; anche se ormai, i giorni rimanenti sembrano essere contati.

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