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“È l’abisso del decoro istituzionale”

Abbiamo più volte indicato lo scadimento culturale ed intellettivo dell’attuale   Amministrazione comunale! Non pensavamo che potesse giungere a livelli così bassi, come quelli raggiunti, nei giorni scorsi, con la produzione letteraria di un assessore, come sempre affidata alla rete dei social.

L’abisso del decoro istituzionale, nel quale è sprofondata la nostra prima Istituzione pubblica della nostra città, può essere visto e compreso da tutti.

Basta portarsi su Facebook ed aprire le pagine, a firma dell’assessore ai Servizi, Massimiliano Vaccaro.

Negli ultimi tre giorni, quest’ultimo ha superato sé stesso in tema di figuracce pubbliche, tali da creare a noi stessi naturale imbarazzo per il valore culturale e razionale di chi, oggi, rappresenta la classe politica e dirigente del nostro Comune.

I suoi vaneggiamenti, certamente, sono originati dalla sua insofferenza a chi lo mette in giudicato per le sue incapacità ed incompetenze. Il suo storico ondeggiare tra l’ostentazione di primati raggiunti e il camuffamento di solari fallimenti, lo distingue tra tutti i colleghi di Giunta.

Ci sarebbero tutte le condizioni, da parte di un governo amministrativo di assoluta normalità e con alto senso della responsabilità, per ricorrere ad un immediato Trattamento Sostitutivo Obbligatorio.

Continuano a restare a secco, intanto, i rubinetti dell’acqua in tante località del nostro territorio, per buona parte della giornata. II 19 dicembre del 2016, lo stesso assessore, con delega all’Approvvigionamento idrico, dopo un anno e mezzo di praticantato amministrativo, annunciava, in pompa magna, l’inizio di una nuova era nell’organizzazione del servizio e nelle modalità di pagamento del canone.

Illustrava sui social, in quel contesto, l’atto amministrativo con il quale si dava l’avvio al ripristino ed all’installazione di vecchi e nuovi contatori.

Per il lungimirante assessore, sarebbe finita, allora, la pacchia per i detentori di allacci abusivi e per i ladri di acqua, utilizzata per fini non domestici. Nell’agosto del 2017, non essendo stata data esecutività allo stesso Atto, si rivolgeva, però, alla Procura della Repubblica di Paola, denunciando “l’assenza d’acqua”, in precisate località cittadine, a causa di ignoti sabotatori della rete idrica.

Uguale denuncia rivolgeva “ai Carabinieri, a tutti gli organi di polizia territoriale e di giustizia”, affinché “avviassero controlli capillari sul territorio”.

Il giorno successivo alla denuncia, tuttavia, lo stesso assessore faceva sapere, in una sua nota, che la carenza d’acqua era dovuta “alla grave siccità che sta attanagliando Cetraro”.

A distanza di un anno da quella data, ciò che è dato di vedere è la presenza delle Forze dell’Ordine nelle località a più alta crisi idrica, impegnate a perseguire sabotatori e ladri d’acqua.

Ma l’installazione di nuovi contatori e la conseguente scoperta di allacci abusivi non dovevano dissuadere i cittadini dall’uso oltremisura dell’acqua e consentire la scoperta dell’evasione del tributo?

Ma, non sarebbe stato più giudizievole e ammissibile per un ordinamento democratico che il feroce assessore avesse denunciato sé stesso e l’Ente per non aver applicata la legge in tema di organizzazione del Servizio idrico nel nostro Comune? Anziché utilizzare, con accanimento, la forza e la criminalizzazione indiscriminata nei confronti dei cittadini? Lo snodo della problematica relativa all’approvvigionamento idrico nella nostra città consiste, soprattutto, e nei nostri tempi, nel leggere il consumo dell’acqua e far pagare, in tal modo, a tutti gli utenti un canone giusto ed equo.

Siamo assertori, al contrario dell’assessore, dell’applicazione piena delle leggi, alle quali un Ente pubblico è chiamato a conformare la gestione dei servizi e l’intera azione amministrativa.

In mancanza degli orientamenti previsti dalle disposizioni di legge, esiste solo la responsabilità degli amministratori. Spesso, il delirio del comando e la smoderata ambizione portano a vedere i difetti solo degli altri e non i propri. Si realizzi, a tal punto, la legittimità di tale tributo.

È diventato odioso sentire proclami e, subito dopo, indicare i cittadini come responsabili di crimini ed inciviltà! È ora di smetterla! Non confidiamo in una svolta, tuttavia, di pensiero e di azioni. Non ci attendiamo più di tanto perché ricordiamo questo assessore per le sue oscene ed indecorose dichiarazioni all’indomani del Consiglio comunale del 27 dicembre 2017, convocato per l’emergenza criminalità nella nostra città.

Anziché rivolgersi a criminali e delinquenti, nelle sue esternazioni socio-filosofiche, dopo il capodanno 2018 chiamò in causa la gente per bene e gli onesti, invitandoli ad “essere i critici di sé stessi, i rispettosi delle leggi, i dotati di senso civico, gli ossequiosi delle istituzioni”.

Sono i cittadini i soli responsabili della crisi ricorrente di acqua, degli aumenti biennali del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, della precarietà dell’ordine pubblico nella nostra città, perché non fanno critica di sé stessi, non sono rispettosi delle leggi, non ossequiano le istituzioni.

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