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Sanità, Partecipazione Attiva: “Servono fatti, non parole”

Last updated on 25 Febbraio 2017

Sono ormai passati alcuni giorni dall’incontro promosso d’urgenza dal Sindaco di Cetraro a seguito delle nuove disposizioni dei Commissari Scura e Urbani sulla Sanità locale ed al quale sono state chiamate a partecipare tutte le forze politiche, le associazioni, i rappresentati delle organizzazioni sindacali ed i cittadini cetraresi.

sanitaAnche noi del Laboratorio politico “Partecipazione Attiva” avevamo ricevuto l’invito ma, profondamente delusi dalle azioni intraprese dalla politica locale nel recente passato, dall’immobilismo politico regionale e non da ultimo per evitare di ascoltare le solite chiacchiere di circostanza, abbiamo deciso di non partecipare manifestando in tal modo il nostro dissenso dal modo di affrontare un problema di tale gravità che coinvolge non solo Cetraro ma l’intera Calabria. Affidiamo perciò le nostre considerazioni allo scritto sottostante:

Partecipare” vuol dire essenzialmente condividere principi guida di azioni comuni in cui poi riconoscersi. Per questo motivo, “Partecipazione Attiva” riconferma, perchè già reso noto all’inizio della vicenda in questione, il suo radicato proposito di voler contribuire ad azioni che siano di reale risanamento delle criticità in cui versa allo stato attuale la Sanità locale.

Le giuste cause vanno sposate a prescindere dall’appartenenza a parti e partiti. Le “giuste” cause, appunto. Sullo scenario politico attuale non compare, neppure per miracolo, alcuna soluzione alternativa condivisa dai “Più” al Commissariamento causa di tutti i mali, sebbene alcuni volenterosi, tra l’altro fuori politicamente dalla Giunta Regionale, abbiano provato a offrire vie d’uscita con proposte fattibili e nuovi piani di rientro. Sarebbe stato bello, se la chiamata alle “armi”, previa adunata attorno al “tavolo della pace”, e il senso pubblico di appartenenza delle strutture ospedaliere locali fossero state “cose” di “casa nostra” da più tempo che non il recente presente! Credere nel futuro è un diritto sacrosanto di ogni cittadino, ma dovrebbe essere garantito dal Fatto di diventare un dovere altrettanto sacrosanto per chi amministra (e non solo a livello politico). Non ci si può improvvisare “rivoluzionari”, se per una vita si è agito da “reazionari”.

Solo oggi, dopo quest’ultimo atto scellerato dei Commissari, chi poteva realmente fare si è svegliato, dopo aver latitato tanto per seguire le istruzioni provenienti dall’alto e conformandosi alla linea politica dettata da un partito che ormai è in balia di un personaggio che peggio di così non poteva fare per l’Italia intera. Tantomeno si possono sentire dichiarazioni che lasciano basiti sul fatto che lo stesso premier Renzi non è a conoscenza dello stato della sanità in Calabria (situazione in atto da più di un anno) perchè in tal caso avrebbe già rimosso i Commissari. Non si possono ascoltare tali dichiarazioni da un consigliere regionale che milita nel partito che oggi ha la maggioranza e governa la regione e che ha proprio come segretario nazionale lo stesso Renzi perché non è possibile che egli non sappia nulla.

Le rivoluzioni di circostanza non servono a scardinare gli ingranaggi di un sistema antico e intestino, perchè sostanzialmente non ne prendono le distanze in modo assoluto.Gli interventi extra-ordinari con ricorso al TAR da parte dei Comuni commissariati, bocciato dalla stessa Regione,o ipotesi di reato da sottoporre al vaglio della Magistratura appaiono solo come il tentativo di rattoppare buchi di superficie mentre affondo restano, in imperfetto ordine, i soliti cittadini! Quegli stessi cittadini a cui si nega il diritto di acquistare farmaci, di potersi rivolgere a un servizio di Guardia Medica o di Rianimazione Pediatrica, il diritto di sottoporsi a visite specialistiche in tempi utili, anche senza raccomandazioni di sorta, il diritto di poter contare su servizii agli sportelli sanitari offerti da personale competente e non di mera “rappresentanza elettorale” di turno.

Perciò, si, servono i Fatti e non più le parole! I “mea culpa” dovrebbero passare dal piano virtuale a quello reale. E piuttosto che inneggiare alle “quote rosa” nella dirigenza amministrativa…sarebbe sufficiente utilizzare “ciò “che si ha già a disposizione. “Se si illustra un problema e non si offre una vera soluzione, sorge legittimo il dubbio che si faccia parte di quel problema”!”.

R&P

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