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Lo strapotere del PD e il futuro di Cetraro

Last updated on 25 Febbraio 2017

Prendiamo lo spunto dal documento del PSI che accusa il PD di avere monopolizzato l’esecutivo per alcune riflessioni di ordine politico-amministrativo che riguardano il presente ed il futuro prossimo della nostra città.

I compagni socialisti si lamentano dello strapotere del PD dopo che il sindaco ha lasciato il PSI per passare a quel partito dimenticando che all’interno del PSI è sempre prevalsa la linea di uno solo che ha portato, sul piano politico e amministrativo, alle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: i socialisti sono rimasti orfani di due consiglieri e dello stesso sindaco che per mire personali ha cambiato casacca.

A questo punto, bisognerebbe prendere atto che sono radicalmente mutate le condizioni politiche sulle quali era nato il Patto Democratico per la città e chiudere in tutta fretta un’esperienza amministrativa che è finita nel peggiore dei modi, sul piano politico perchè sostanzialmente non c’è più una maggioranza, tenuto conto che l’esecutivo è più volte sopravvissuto grazie al senso di responsabilità della minoranza, e sul piano amministrativo perchè il paese è al collasso e le opere pubbiliche di cui il sindaco mena vanto e che costano tanto alle tasche dei cittadini non hanno inciso minimamente sullo sviluppo socio-economico della città.

Circa due anni fa Rifondazione Comunista ha messo in campo un confronto politico all’interno della maggioranza su temi cruciali come il porto, l’ospedale, la ex-tessile, le fonti alternative di energia, l’assetto urbanistico, la macchina comunale, con nessun risultato perchè si è preferito discutere di altro fino ad arrivare all’attuale quadro politico istituzionale.

Il porto che avrebbe dovuto rappresentare il volano dell’economia cetrarese, è ridotto ad un semplice parcheggio di barche da cui il comune ricava soldi per tappare vari buchi; tra l’altro al suo interno si sono avviati interventi estemporanei (vedi centro ittico che rimane ancora inspiegabilmente chiuso) che finiscono col compromettere uno sviluppo armonico e programmato del porto stesso. L’ospedale, a parte la vicenda TAC su cui si continua a vendere fumo, ha nel frattempo perso il reparto di ortopedia, l’UTIC e il reparto di medicina. Sull’ex-tessile, diventata terra di nessuno, e sul cui suolo doveva nascere un fantomatico acquario, non c’è il minimo segnale di interessamento.

Le fonti alternative di energia che avrebbero salvaguardato l’ambiente e dato ossigeno all’economia del comune, sono state puntualmente boicottate. L’assetto urbanistico è tutto di là da venire mentre entra in campo il completamento del lungomare con un progetto fatto nel cortile di casa e con approssimazione che per il futuro creerà problemi manutentivi per come è stato concepito, mentre noi pensiamo ad un lungomare fatto di colori, luci ed acque per attrarre gente da altre località.

Questo lungomare forse rappresenta l’ultima opportunità di sviluppo economico della città e perciò si sarebbe dovuto bandire un concorso ad alto livello. La situazione igenico-sanitaria è da terzo mondo, cumuli di spazzatura dappertutto, acqua inquinata (con dispendio economico da parte delle famiglie e rischio per la salute) senza contare il quotidiano esercizio al quale sono costretti i cittadini per evitare le buche di cui sono costellate le nostre strade.

La macchina comunale è stata incrementata sul piano di una logica clientelare e anzicché puntare sulla qualità dei servizi si è preferito parcellizzare ruoli e competenze con grandi squilibri gestionali e scarsa rispondenza alle esigenze dei cittadini. Per non parlare della situazione socio-economica che è diventata disperata: niente lavoro, niente sviluppo, solo promesse e propaganda, mentre la gente è alla disperazione. Il gruppo PRC-SEL ritiene che bisognerebbe prendere atto di un fallimento conclamato, chiudere questa esperienza amministrativa che non ha più motivo di sopravvivenza e incominciare a costruire un futuro migliore per il nostro paese, perchè lo merita.

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