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Eco4Cloud: la storia di un successo

Last updated on 29 Agosto 2021

Abbiamo posto qualche domanda all’ing. Agostino Forestiero, uno dei pionieri di Eco4Cloud, impresa operante nel campo dell’informatica e dell’innovazione che ha dato vita a un software dedicato al risparmio energetico, in grado di assicurare alle aziende un abbattimento dei costi tra il 30 e il 60%.

Un prodotto degno di nota, quindi, capace di garantire alle grandi aziende un minore esborso di capitali riservati alla gestione dei data center. Un software che non solo si è aggiudicato un importante riconoscimento, ma che ha visto un big della telefonia come Telecom diventare una delle prime realtà interessate a testarlo.

Agostino Forestiero
Agostino Forestiero

Ricercatore per conto del CNR, Agostino è originario di Cetraro, anche se vive a Cosenza da alcuni anni. Ed è lì, che assieme a Carlo Mastroianni, Giuseppe Papuzzo e Raffaele Giordanelli, ha dato vita alla startup capace di far nascere “il Web a impatto zero”, come l’ha definita il noto giornalista Riccardo Luna su la Repubblica.it.

Ma procediamo per gradi…

Nata nel 2010 dall’idea dei quattro ricercatori del CNR sopra citati, Eco4Cloud è formata, oggi, da un nutrito team di professionisti ed esperti e deve il suo successo proprio al software in grado di ridurre lo spreco di energia all’interno delle grandi infrastrutture IT. I ricercatori sono partiti dall’osservazione del comportamento delle formiche in un normalissimo formicaio, e hanno elaborato un sistema capace di ridurre di un terzo di consumi dei server. L’algoritmo, in parole povere, consente di distribuire equamente il carico di lavoro tra tutti i computer a disposizione, e, di conseguenza, un abbassamento dei costi. Facciamo un esempio: se un’impresa utilizza 1000 computer, sfruttati al 50 %, questi consumano più di 500 computer usati al 100%. Il software realizzato dai ricercatori del CNR consente di spegnere automaticamente quei 500 computer.

Ciao Agostino. Quando e come è nata l’idea di sviluppare Eco4Cloud?
Beh, l’idea è nata nell’autunno del 2010, ed è scaturita dalle attività di ricerca condotte presso il CNR. Quattro dei soci fondatori sono dipendenti o collaboratori dell’ICAR-CNR, l’Istituto per il Calcolo e le Reti ad Alte Prestazioni di Cosenza. L’idea è nata ragionando su come sia possibile applicare alcune tecniche “bio-ispirate”, da noi utilizzate nel corso degli anni in diversi ambiti, al problema dell’ottimizzazione dei data center e delle piattaforme di Cloud Computing, al fine di ridurre i relativi consumi di energia.

In parole semplici, cosa fa il vostro algoritmo?
Consiste in una strategia innovativa che permette di aumentare l’efficienza dei server di un data center. In pratica, il carico di lavoro è “consolidato” sui server, cioè condensato sul minor numero possibile di server in modo da “ibernare” i server non utilizzati, o destinarli ad altri scopi. Questo non solo con sente di ridurre i consumi di energia elettrica (e le emissioni di CO2), ma in molti casi permette di risparmiare sull’acquisto di nuove macchine, che con l’utilizzo del nostro software potrebbero essere non più necessarie. La novità sta nell’approccio decentralizzato e probabilistico, grazie al quale il problema viene risolto in maniera efficiente, dinamica e scalabile. Si deve tener presente che il problema, pur se semplice nella sua formulazione, è matematicamente intrattabile, il che vuol dire che nessuna tecnica centralizzata/deterministica può riuscire a risolverlo efficacemente se non per data center di dimensioni limitate.

La prima società a voler sperimentare il vostro software è stata Telecom Italia.
La sperimentazione presso Telecom Italia è stata certamente una responsabilità, ma abbiamo accettato la sfida perché sappiamo, con una punta di presunzione, che dal punto di vista tecnico ce la possiamo cavare in un qualsiasi contesto.

I risultati sono stati soddisfacenti: nel centro dati di Bari, ad esempio, i primi test hanno evidenziato un risparmio energetico del 35%… Te lo aspettavi?
Sì. Le nostre simulazioni davano più o meno gli stessi risultati. Vero è però che in un contesto reale si sono presentate problematiche non sempre prevedibili, a volte non di natura tecnica ma legate alla prudenza degli amministratori dei data center, che non sono responsabili della gestione e conomica di una azienda, ma hanno la massima attenzione ad evitare che l’uso di un nuovo software possa causare eventi imprevisti. Per tale motivo il nostro software deve e dovrà sempre tenere in considerazione i vincoli che di volta in volta ci vengono posti, e che dipendono dai singoli contesti.

Alla luce dei dati ottenuti quali sono le previsioni di risparmio nei prossimi tre anni?
Sono in linea e proporzionali con quelli ottenuti nel data center di Bari. Ad esempio in un data center contenente 1000 server, e ce ne sono migliaia nel mondo, è possibile risparmiare circa 150.000 euro all’anno, senza considerare il minor impatto ambientale e, come si è detto, la possibilità di risparmiare sull’acquisto di nuovi server.

Avete presentato il software anche a Salt Lake City. Cosa vi aspettate per il prossimo futuro?
A Salt Lake City abbiamo partecipato al più grande congresso/fiera di informatica degli Stati Uniti, Supercomputing 2012. Grazie ad alcuni contatti accademici ed industriali stabiliti nel corso degli anni, abbiamo avvicinato diverse grosse aziende che gestiscono data center sul suolo americano. Speriamo quindi di poter effettuare presto una sperimentazione anche in America e, a valle di quella, di entrare in quel mercato che è di dimensioni gigantesche.

Si vocifera che i colossi del Web, quali Google, Facebook e Twitter siano interessati al vostro progetto…
Per il momento con questi colossi abbiamo solo contatti indiretti. Del resto ci sembra di capire che la strategia migliore non è proporci direttamente a loro, ma quella di dimostrare il nostro valore sul mercato, in aziende importanti ma non di quel livello, e in qualche modo di destare l’interesse concreto di queste grosse società, che a un certo punto potranno decidere – speriamo – di vederci come utili alleati nell’ottica di abbattere i costi ed incrementare il loro vantaggio competitivo sul mercato.

Eco4Cloud ha vinto nel 2011 il premio speciale di Working Capital, concorso proprio di Telecom Italia che da tre anni valorizza e supporta le nuove idee di impresa. Un premio che gli ha consentito di diventare una vetrina per molti investitori importanti. Di recente, poi, è stata coinvolta nell’Advisory Board di RenewIT, il progetto della Commissione europea finalizzato alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica nei data center.

Da sinistra a destra Agostino,Forestiero, Ivana Pellegrino, Carlo Mastroianni, Giuseppe Papuzzo e Raffaele Giordanelli
Da sinistra a destra Agostino Forestiero, Ivana Pellegrino, Carlo Mastroianni, Giuseppe Papuzzo e Raffaele Giordanelli

«La nostra nomina a membri dell’Advisory board di RenewIT – ha dichiarato Roberto Mircoli, attuale amministratore delegato di Eco4Cloud – è sia un onore che una responsabilità e anche un riconoscimento della capacità di leadership che Eco4Cloud ha ottenuto nel settore dell’ottimizzazione dei datacenter. L’innovazione scientifica applicata ai bisogni più urgenti del settore è la base da cui partono sia Eco4Cloud che RenewIT. Per questo sono convinto che questa collaborazione strategica sarà in grado di portare benefici all’intero ecosistema dei data center in Europa e nel resto del mondo».

La presente intervista è stata pubblicata anche sul mensile People Life Magazine, diretto da Isabella Roccamo.

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